Page 12 - Carlo Valenti - I confini spazio-temporali del lavoro alla prova della digitalizzazione: potenzialità e rischi del modello “anytime, anywhere, any device” - IANUS: Diritto e Finanza - Quaderni 2023
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CARLO VALENTI
seconda del modello organizzativo di riferimento le vesti sia di strumento che di
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“luogo” di lavoro. A tal riguardo, nonostante le c.d. digital labour platforms (DLP)
appaiano ad oggi come un fenomeno eterogeneo e contraddistinto da molteplici
sfaccettature, l’ampio ecosistema della Platform economy può essere suddiviso in
due macro-categorie principali: da un lato, le piattaforme che richiedono – come
nel caso dell’ambito del food-delivery – il concreto spostamento del prestatore di
lavoro sul territorio per lo svolgimento dell’attività lavorativa (location-based
platforms), e, dall’altro, quelle nelle quali invece è svolta interamente online (web-
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based platforms) .
Volendo soffermarsi sul caso delle web-based platforms, è possibile osservare
come tali forme di integrazione abbiano rafforzato la logica del “working anywhere,
anytime” in un’ottica ancor più incisiva del lavoro agile. In tale prospettiva,
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sembra che la commistione tra i modelli delle piattaforme digitali e la dimensione
produttiva e organizzativa delle imprese abbiano contribuito anche a consolidare
la formazione del c.d. “digital workplace”, vale a dire un luogo di lavoro
interamente digitale in cui è possibile operare autonomamente e interagire con gli
altri utenti per svolgere la propria attività lavorativa. In particolare, con digital
workplace si intende «l’ambiente a cui i lavoratori possono accedere da qualunque
device o piattaforma per adempiere la propria prestazione lavorativa interagendo
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gli uni con gli altri» .
In tal senso, questo luogo di lavoro digitale permette, mediante l’adozione di
una logica collaborativa e partecipativa tra i lavoratori, di andare oltre il modello
di coordinamento proprio dello smart working. Si tratta dunque di un'ulteriore
trasformazione dell'ambiente lavorativo, che – oltre a semplificare le
comunicazioni tra lavoratori mediante un migliore accesso in tempo reale e da
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remoto ai dati aziendali e l’utilizzo dei servizi di cloud computing – sembra non
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solo portare la dimensione spazio-temporale del lavoro al di fuori del piano fisico,
ma anche a renderne ibrido il confine tra luogo e strumenti di lavoro.
Tale fenomeno non appare interamente nuovo al mondo del lavoro, essendo
il suddetto modello organizzativo già stato oggetto nel 2017 della Strategia della
Commissione Europea “Digital Workplace”, che al fine di promuoverne la
47 A tal proposito: BERG - FURRER - HARMON - RANI - SILBERMAN, Digital Labour Platforms and
the Future of Work: Towards Decent Work in the Online World, Geneva, 2018.
48 Similmente: BANO, La mobilità virtuale su piattaforme digitali, in Lav. dir., 2022, 519.
49 Sul tema: EUROFOUND, ILO, Working anytime, anywhere: The effects on the world of work,
Luxembourg-Geneva, 2017.
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Così: FALERI, Voce Digital workplace, in BORELLI - BRINO - FALERI - LAZZERONI - TEBANO -
ZAPPALÀ, Lavoro e tecnologie. Dizionario del diritto del lavoro che cambia, Torino, 2022, 81.
51 Si veda a tal proposito: P. MILLER, The Digital Workplace: How Technology Is Liberating Work,
Indianapolis, 2012, passim.
52 Si pensi ad esempio alle potenzialità apportate dalla tecnologia intranet e dai sistemi di cloud,
che, grazie alla possibilità di lavorare in ogni momento agli obiettivi collettivi, permettono di potersi
coordinare per operare autonomamente – in modalità sincrona o asincrona – per il conseguimento
dei risultati.
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