Page 116 - IANUS n. 28 - La rilettura dei paradigmi giuridici tradizionali alla luce dell’obiettivo dello sviluppo sostenibile
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CELESTE PESCE





                  È di tutta evidenza che l’indagine rientra nella dibattuta giustizia climatica che
               in questa sede possiamo meramente accennare, ricordando che essa si sofferma,
               sovente, sulle ristrette facoltà giurisdizionali spettanti ai singoli, persone fisiche,
               giuridiche e organizzazioni non governative (ONG), dinanzi agli inadempimenti
               delle  autorità  incaricate  degli  obiettivi  climatici  e  che  la  dottrina  diventa
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               fortemente critica  nei confronti delle corti, nazionali e sovranazionali adite, che
               perdurano a sbarrare la strada alle richieste di risarcimento dei danni presentate
               dalle  persone  fisiche  e  da  quelle  giuridiche  avverso  le  autorità  considerate
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               responsabili .
                  La questione non sembra differire in seno all’Unione. L’impugnabilità della
               violazione dell’obbligo climatico risente della natura programmatica e pubblica
               della normativa europea di riferimento. Pertanto, l’atteggiamento della Corte di
               giustizia, al pari di quanto accade in seno alla comunità internazionale, continua
               ad  essere  di  tendenziale  chiusura  dinanzi  alle  istanze  dei  singoli,  nella  cui
               categoria ritroviamo le persone fisiche, quelle giuridiche e le organizzazioni no
               profit legate all’Unione. Del resto, se è vero che chiunque intenda agire per fare
               valere  le  responsabilità  connesse  al  raggiungimento  della  neutralità  climatica,
               dispone dei rimedi giurisdizionali, diretti e indiretti, esperibili nelle sedi europee,
               è altresì vero che, sul piano pratico, una simile affermazione sconta l’impossibilità
               del  vincolo  climatico  di  creare  effetti  giuridici,  come  diritti  e  obblighi,
               direttamente nella sfera individuale dei singoli.
                  Sicché le azioni, pure intentabili da questi ultimi nei confronti dell’Unione,
               tese ad ottenere il risarcimento del danno derivabile da decisioni contrarie allo
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               spirito della tutela climatica , stentano a trovare accoglimento dinanzi al giudice


                  60  G. CANTILLO, L’accesso alla giustizia in materia ambientale nell’ordinamento dell’Unione a seguito
               dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona: problematiche attuali e prospettive de jure condendo, in L.S.
               ROSSI (a cura di), La protezione dei diritti fondamentali. Carta dei diritti UE e standars internazionali,
               Napoli, 2011, p. 253; M. CASTELLANETA (a cura di), I ricorsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo:
               diritti azionabili e modalità di presentazione, in Studi sull’integrazione europea, supplemento al n. 1/2019,
               Bari, 2018; S. MARINO, La climate change litigation nella prospettiva del diritto internazionale privato e
               processuale,                                                              in
               Rivista di diritto internazionale privato e processuale, 2021, pp. 898-931; M. MESSINA, Il ‘locus standi’ delle
               persone fisiche e giuridiche e il problema dell’accesso alla giustizia climatica dinanzi al giudice dell’Ue dopo la
               sentenza Carvalho: necessità di riforma della formula ‘Plaumann’?, in Rivista giuridica dell’ambiente, 2022,
               vol. 37, fasc.1, pp. 121-148; M. MONTINI, Verso una giustizia climatica basata sulla tutela dei diritti
               umani, in Ordine internazionale e diritti umani, 2020, pp. 506-537; L. SQUINTANI, S. KALISVAART,
               Environmental Democracy and Judicial Cooperation in Environmental Matters: Mapping National Courts
               Behaviour in Follow-up Cases, in European Papers, 2020, p. 931 ss. M. CRISTARELLA ORISTANO, Il caso
               Repubblica Federale di Germania e A. c. Commissione europea: quali riflessi sull’accesso alla giustizia climatica
               da parte delle ‘smart cities’? [Nota a sentenza: CGUE, sez. V, 13 gennaio 2022, cause riunite C-177/19 P, C-
               178/19  P  e  C-179/19  P],  in Rivista  giuridica  dell’ambiente,  2022,  vol.  37,  fasc.  2,  pp.  479-497;  R.
               LOUVIN, Democrazia ambientale e accesso alla giustizia, in DPCE online, [S.l.], v. 58, n. SP2, maggio
               2023.
                  61  P. DE PASQUALE, “Francovich ambientale”? Sarà per un’altra volta. Considerazioni a margine della
               sentenza Ministre de la Transition écologique, in BLOG DUE, 4 gennaio 2023, pp. 1-9.
                  62   Cfr.  R.  BARATTA,  Commento  all’art.  340  TFUE,  in  A.  TIZZANO,  op.  cit.;  M.  CONDINANZI,

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