Page 122 - IANUS n. 28 - La rilettura dei paradigmi giuridici tradizionali alla luce dell’obiettivo dello sviluppo sostenibile
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CELESTE PESCE
dovrebbero impegnarsi maggiormente sul fronte dell’interazione cooperativa, nel
solco della sussidiarietà climatica. In questo senso, il confronto in seno
all’Unione, in chiave solidale, può portare a soluzioni comuni che, elaborate in
ragione di quanto concretamente realizzabile dagli Stati membri, nel breve e
medio termine, sono in grado di risolvere la gran parte delle difficoltà interne,
amministrative e/o economico-finanziarie, riscontrate in fase di attuazione delle
trasformazioni imposte dalla mitigazione climatica. In maniera simile, accordi di
cooperazione interistituzionale possono assicurare agli Stati membri il supporto
necessario a superare le problematiche interne, almeno nelle linee essenziali.
Ancora, l’effettività del vincolo può migliorare, ricorrendo al sistema di
garanzie offerte dall’Unione. Così, il monitoraggio periodico della Commissione
e il dialogo con la comunità scientifica e quella civile, qualora rafforzati nei
termini esposti, consentono alle osservazioni dell’Unione e alle istanze
scientifiche e della collettività, ritenute meritevoli, di tradursi in azioni concrete,
soprattutto nel medio termine. Del pari, un uso accorto e mirato dei rimedi
giurisdizionali dell’Unione può giovare agli intenti pubblici della mitigazione
climatica, atteso che, specialmente, i ricorsi indiretti sono capaci di garantire
l’omogenea interpretazione della normativa climatica europea, come di fare
accertare le responsabilità climatiche delle istituzioni nazionali coinvolte,
arginando le situazioni patologiche connesse alla violazione dell’obbligo di fare
o, per contro, di astenersi da determinate azioni dannose per l’ambiente.
Nel complesso, gli accorgimenti qui prospettati, fra i tanti ipotizzabili, possono
incrementare l’allineamento dell’Unione e dei suoi membri all’Accordo di Parigi;
prima ancora, sanare la scarsa capacità applicativa del trattato internazionale,
almeno al livello regionale europeo.
L’angolazione sin qui vagliata non solo restituisce il profilo della sussidiarietà
climatica, capace di accompagnare, in maniera utile, le economie dell’Unione nei
processi di transizione in corso, ma esprime altresì la necessità che l’Unione e i
suoi membri si rafforzino, diminuendo i margini di vulnerabilità gestionali, a
beneficio dell’effettiva implementazione degli oneri assunti.
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