Page 21 - IANUS n. 28 - La rilettura dei paradigmi giuridici tradizionali alla luce dell’obiettivo dello sviluppo sostenibile
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IANUS n. 28-2023 ISSN 1974-9805
Ciò è in diretto contrasto con la scienza e l’etica che promuovono
l’interdipendenza e le relazioni naturali e con la necessità di comprensione dei
sistemi complessi del pianeta . Queste interazioni sono in contrapposizione con
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il principio dell’inviolabilità della sovranità statale che è il punto su cui si fonda il
diritto internazionale e che regola la governance del pianeta e della comunità
internazionale. Ci si chiede quindi come si possa inglobare queste importanti
interazioni in un sistema politico-giuridico che prescinde da esse.
Nel 2015, il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon ha
affermato che l’agenda post-2015 avrebbe dovuto essere determinata dai governi
pur riconoscendo l’esigenza della società civile di essere coinvolta nelle decisioni
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che la riguardano . Gli attori che hanno redatto e che sono i responsabili
dell’attuazione degli SDG sono gli stessi che sono tenuti a garantire la governance
nazionale e globale, ossia gli Stati. Questi ultimi detengono il potere nel diritto e
nella governance internazionale, e quindi sono gli unici in grado di determinare
il successo o il fallimento di qualsiasi accordo globale. Per quanto riguarda gli
SDG, non si sa se i loro autori abbiano sottoscritto tali principi così difficili da
attuare inconsapevolmente o per motivi egoistici. Spesso le scelte economiche
hanno condizionato la politica interna ed estera degli Stati, spingendo i decision-
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makers verso l’azione o l’inazione a seconda della convenienza. Forse la
mancanza di uno Stato e di una governance globale capace di affrontare queste
sfide non è tanto dovuta al fatto che il potere è concentrato nelle mani dello Stato,
ma piuttosto all’impotenza dello Stato stesso.
Sebbene questi interrogativi sulla legittimità dell’azione dei codificatori del
diritto internazionale e degli SDG in particolare, così come lo scetticismo dovuto
allo sbilanciamento di potere che esiste nella governance globale e nei negoziati
internazionali, siano cruciali per comprendere non solo il successo degli SDG,
ma anche quello di tutti i negoziati globali e l’attuazione nell’ordinamento interno
degli obblighi risultanti da tali negoziati, esistono cause profonde delle crisi di
governance che hanno implicazioni dirette sulla cooperazione internazionale
volta a qualsiasi obiettivo globale e comune. Tali cause possono essere identificate
nell’irrigidimento dei confini e l’ascesa di governi a carattere protezionista,
16 ENGEL, Can the Earth Charter movement be renewed? The Covenantal Promise of the Earth Charter
movement, in Ecological Integrity, Law and Governance, edito da WESTRA et al., New York, Routledge,
2018.
17 FOX- STOETT, Citizen participation in the UN Sustainable Development Goals consultation process:
Toward global democratic governance?, in Global Governance: A Review of Multilateralism and International
Organizations 22(4): 2016, 555– 574.
18 Il denaro sporco circola generalmente in forma di donazioni provenienti da fonti non
conosciute a favore di attori politici allo scopo di manipolare elezioni e politiche (MAYER, Dark
Money: The Hidden History of the Billionaires Behind the Rise of the Radical Right. New York: Anchor
Books 2017. Ciò suggerirebbe che i donatori privati (spesso radicati nel settore estrattivo, che è uno
dei settori più inclini alla corruzione) sono i veri detentori del potere e della governance nazionale
e globale (vedi Corruption in the Extractive Industry 2017 www.transparency.org/ en/ our-
priorities/extractive- industries).
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