Page 38 - Giovanni Romano, Gianni Capobianco - Crediti professionali e procedure concorsuali. Riflessioni in tema di autonomia negoziale e regolazione della crisi d’impresa
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GIOVANNI ROMANO, GIANNI CAPOBIANCO




               della causa concordati, questa volta altresì declinata quale inerenza necessaria agli
               “scopi istituzionali” della procedura concordataria, che ha trovato germinazione
               il  convincimento che  identica  soluzione  relazionale  pure  debba  valere  con
               riguardo  al  requisito  della  “strumentalità  all’accesso”  sancito  ai  fini
               dell’esenzione dalla revocatoria. Pare pertanto giunto il momento di domandarsi
               se la ricostruzione operata dalle sez. un., e (quasi) pedissequamente riproposta
               dalla successiva giurisprudenza di legittimità e di merito, regga ad un più puntuale
               scrutinio  dogmatico, positivo e  logico-sistematico, profilandosi,  alla  luce dei
               lasciti della sentenza di fine 2021 e dell’entrata in vigore del c.c.i.i., un’ulteriore
               occasione di “dialogo tra formanti”.
                  Innanzitutto, rispetto ad  entrambe le  rilevantissime – quanto  complesse –
               pagine  di  diritto  vivente  scritte  dalla  Suprema  Corte,  tutto  ciò  che  qui
               preliminarmente può dirsi si riduce al solo rilievo – di per sé scontato, epperò
               decisivo  –  che  la  “causa”  evoca  percezioni  naturalmente  diverse,  le  quali
               esigerebbero che, nello  specifico contesto di  riferimento, del  suo  impiego si
               esplicitasse chiaramente la  funzione, trattandosi di un  congegno che, in  ogni
               epoca, serve a valutare l’atto di autonomia privata esprimendo un’esigenza di
               controllo più o meno intenso e penetrante delle conseguenze che i privati sono
               ammessi a  realizzare  tramite propri  negozi 126 .  In questa prospettiva, ciò che
               occorre far emergere è il  chiaro sugello, nelle sez. un.  di fine 2021, della già
               segnalata tendenza a praticare soluzioni che, muovendo da specifiche concezioni
               circa  il  ruolo  del  giudice  rispetto  agli  atti  del  debitore  capaci  di  produrre
               corrispondenti deviazioni  dal canone distributivo della  par  condicio creditorum,
               permettono  di  apprezzare  una  declinazione  della  clausola  generale  della
               “funzionalità” orientata proprio in modo da consacrare la crucialità di un tale
               ruolo nella stessa costruzione di un sistemicamente accettabile senso relazionale
               tra atto (negoziale) e procedura (concorsuale); concezione che, una volta orientata
               la clausola di funzionalità in termini di “idoneità causale” alle finalità istituzionali
               dello strumento concordatizio, si spinge ora sino a ritenere che l’acquisizione,
               attraverso  la  segnata  via  procedimentale,  di  tale  qualità  in  capo  ad  una
               prestazione  professionale  altrimenti  solo  “privatisticamente”  acquisita  dal
               debitore, ne consentirebbe «l’assimilazione ad una nozione di costo esterno sostenibile al


                  126  Lo ricorda VETTORI, Fattibilità giuridica e causa concreta nel concordato preventivo,  in Contr. impr.,
               2013,  1206.  Del  resto, è  sin  troppo  noto come,  in  relazione alla  stessa categoria del  negozio
               giuridico,  notevoli siano le  incertezze a  tutt’oggi orbitanti attorno alla  causa quale  elemento di
               mediazione tra autonomia privata e ordinamento giuridico (id est, tra “volontà” e “norma”). Cfr.,
               anche in prospettiva storico-comparata, NAVARRETTA, Le ragioni della causa e il problema dei rimedi.
               L’evoluzione storica e le prospettive nel diritto  europeo dei contratti,  in Riv. dir. comm., 2003, I, 981 ss.; M.
               BARCELLONA,  Della causa. Il contratto  e la circolazione  della ricchezza, Padova, 2015.  Sul tema della
               “causa  concreta” e  sulle  varie  linee funzionali segnate dal  suo ormai  diffuso impiego  in  sede
               giurisprudenziale, cfr.  inoltre, tra i  più  recenti contributi della civilistica,  C.  SCOGNAMIGLIO,  La
               causa concreta:  una proposta dottrinale di successo, in Riv. dir. civ., 2020, 588 ss.; BACHELET, Emilio Betti
               e il suo tempo, con una chiosa sull’impiego della causa concreta a tutela dell’equilibrio  contrattuale, in Pol. dir.,
               2023, 77 ss.

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