Page 26 - IANUS Diritto e finanza - Rivista semestrale di studi giuridici - N. 29 - giugno 2024 - Il diritto alla sostenibilità: strumenti giuridici della transizione ecologica
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MASSIMO D'AURIA





               energetico.
               Al  che  risulterebbe  ancora  opportuno  che  le  dichiarazioni  che  le  imprese  del
               settore energetico già formulano per rappresentare al mercato il proprio impegno
               verso  processi  produttivi  conformi  all’obiettivo  della  transizione  energetica
               continuino a costituire soltanto un elemento della propria strategia di sviluppo e
               di  posizionamento  sul  mercato.  Con  la  conseguenza  che  la  reazione
               dell’ordinamento  deve  essere  ancora  improntata  al  riconoscimento  e  alla
               punizione di quelle pratiche commerciali scorrette fondate sull’informativa non
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               veritiera diretta al mercato - c.d. greenwashing .


               8. Verso un’alleanza tra pubblico e privato

                  È  del  tutto  evidente  che  l’argomento  del  “trilemma  energetico”  presenta
               conseguenze paralizzanti tanto sul piano normativo che su quello regolamentare
               pubblico e privato. Ciò vale a definirlo come sintomo di un’impostazione teorica
               conservatrice, sul piano economico e politico, siccome rivolto essenzialmente a
               giustificare la permanenza dello status quo.
                  Ciò  detto,  la  critica  deve,  anzitutto,  iniziare  dal  riconoscimento  che
               un’impostazione ancorata al trilemma energetico risulta fondata sul crinale di una
               falsa opposizione tra due filosofie del c.d. sviluppo sostenibile. Da un lato, vi
               sarebbe quella secondo cui, in quanto predicativa di “sviluppo”, la politica non
               può  rinunciare  all’obiettivo  della  “crescita  (del  valore)”,  il  che  può  avvenire
               soltanto sostenendo e promuovendo la forza creatrice/distruttrice del mercato, in
               special  modo  quella  che  si  realizza  essenzialmente  attraverso  l’innovazione
               tecnologica. Dall’altro lato, vi è quella che, dando priorità alla “sostenibilità”,
               sarebbe ispirata dall’urgenza di promuovere una “decrescita (del valore)”, che
               realizza  l’obiettivo  conducendo  una  politica  di  contrazione  del  benessere
               collettivo attraverso la forzata riduzione dei consumi.
                  In questa contrapposizione, il vasto programma della decrescita non può che
               essere “infelicemente” assunto soltanto dallo Stato. Il non detto è, insomma, che
               detto obiettivo risulterebbe perseguibile solo tramite l’intervento del Leviatano -
               Stato  il  cui  orizzonte  di  senso,  all’interno  di  questa  prospettiva,  sarebbe
               squisitamente funzionale a contrastare l’essenza stessa dell’impresa capitalistica,
               la cui ricerca del profitto, solo in assenza di “lacci e lacciuoli”, riesce a conseguire
               il massimo benessere individuale e, conseguentemente, collettivo.
                  Non c’è dubbio che si tratta di una contrapposizione molto ideologica che
               rifiuta pregiudizialmente di cogliere un profilo essenziale della odierna struttura


                  34  . F. BERTELLI, I green claims tra diritti del consumatore e tutela della concorrenza, in Contr. impr.,
               2021, 286 ss.; e, soprattutto, con ricca analisi casistica, A. LEONE, Advertising e tutela del consumatore
               verde,  in  Dir.  ind.,  2021,  73  ss.;  G.  MARCATAJO,  Trasparenza  del  mercato,  tutela  del  mercato  e
               greenwashing, in Jus, 2022, 184 ss.

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