Page 13 - Antonio Marinello - La rarefazione della sovranità tributaria dello stato nell’era dell'economia digitale e il progetto della Global Minimum Tax
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IANUS n. 27-2023 ISSN 1974-9805
strutturali delle attività economiche più profittevoli e performanti, il repentino
distacco dalla dimensione materiale e territoriale propria dell’industria e del
commercio della old economy, l’innesto di questo nuovo paradigma
imprenditoriale in un contesto politico-economico e giuridico aperto e
globalizzato; ebbene, tutti questi fattori hanno interagito tra loro relegando gran
parte delle strutture ordinamentali e delle regole impositive nazionali in uno
spazio sempre più angusto ed asfittico .
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Tutto ciò ha comportato l’insorgere di due problemi fondamentali, tra loro
strettamente correlati: da un lato una consistente perdita di gettito derivante dal
fatto che la ricchezza prodotta dall’economia digitale, e più in generale dalle
attività con rilevanti componenti immateriali, riesce assai facilmente a sfuggire
alla tassazione, o può comunque essere indirizzata verso forme di prelievo
attenuate; dall’altro, la conseguente disparità di trattamento che deriva dal fatto
che le imprese tradizionali – e tra queste soprattutto quelle di piccole e medie
dimensioni –, finiscono col sopportare una pressione fiscale non solo assai
elevata, ma anche percepita come ingiusta rispetto a quella attenuata dei grandi
gruppi multinazionali.
Sullo sfondo di queste considerazioni, si colloca poi una questione ulteriore,
che caratterizza molti ordinamenti tributari, tra cui emblematicamente il nostro.
La facilità con cui i profitti delle MNEs possono essere spostati verso le
giurisdizioni a bassa fiscalità e i fenomeni correlati di concorrenza fiscale e race-
to-the-bottom inibiscono significativamente la possibilità che gli Stati possano
fondare le proprie politiche redistributive sulla tassazione dei profitti di impresa,
con conseguenze distorsive interne ai sistemi tributari che sono sotto gli occhi di
tutti.
Il che si verifica ormai stabilmente nell’ordinamento tributario italiano, nel
quale l’effetto redistributivo collegato alla tassazione progressiva si concentra
quasi esclusivamente sui redditi di lavoro, con la diffusa percezione, anche in
questo caso, di una ingiusta disparità di trattamento tra chi, pur producendo
redditi di importo medio-basso, concorre alla spessa pubblica secondo modalità
di prelievo più che proporzionali, e chi sfugge quasi del tutto all’imposizione pur
producendo profitti ingentissimi su scala globale.
piattaforme create per la fruizione online di prodotti o servizi di vario genere, dietro pagamento di
un canone periodico (Netflix, Amazon Prime, Spotify). Per approfondimenti ulteriori, cfr. PEPE, Dal
diritto tributario alla diplomazia fiscale, 2; CARPENTIERI, La crisi del binomio diritto-territorio e la tassazione
delle imprese multinazionali, 383; MARINELLO, Le piattaforme digitali della sharing economy e il regime
fiscale italiano delle locazioni brevi: il caso Airbnb, in Riv. dir. trib., 2023, IV, 22 ss.
27 Cfr. CIPOLLINA, Terzo millennio, post globalizzazione e stabile organizzazione. Quale tassazione per i
GAFA?, in AA. Vv., Il diritto tributario nella prospettiva del terzo millennio, 185 ss.; FARRI, Sovranità
tributaria e nuovi “luoghi” dell’economia nell’era della post-globalizzazione: serve ancora lo Stato al fisco?, in
MASTROIACOVO (a cura di), La sovranità nell’era della post globalizzazione, Pisa, 2019, 247 ss.; ID.,
Sovranità tributaria e nuovi luoghi dell’economia globale, in Dir. pubbl., 2019, 153 ss.; CORDEIRO
GUERRA, Dal “brick and mortar” all’economia digitale e oltre: una panoramica delle questioni fiscali, in
AA.VV., Fiscalità dell’economia digitale, 12.
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