Page 12 - Riccardo Tonelli - Regolarità contributiva, tutela dei lavoratori e nuovi strumenti digitali di controllo delle imprese - IANUS: Diritto e Finanza - Quaderni 2023
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RICCARDO TONELLI
strumentazione adeguati rispetto alla mole di controlli e di verifiche da
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realizzare .
Inoltre, il Dol non consente di verificare la regolare corresponsione della
retribuzione che non discende necessariamente dal versamento dei contributi
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previdenziali e assicurativi .
In secondo luogo, la smaterializzazione del Durc parrebbe non aver risolto
completamente il problema delle falsificazioni materiali . La questione
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riguarda le ipotesi in cui il documento non debba essere obbligatoriamente
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ottenuto tramite l’accesso agli appositi portali online di INPS e INAIL : in tali
casi, infatti, può accadere che i soggetti tenuti a richiedere il Dol, invece di
consultare direttamente il portale istituzionale, accettino un documento,
cartaceo o informatizzato, presentato direttamente dall’impresa da sottoporre a
verifica. Gli Enti previdenziali possono verificare quante volte e da quali
soggetti sia stato richiesto un Dol già rilasciato e in corso di validità: dalla
consultazione di tale dato emerge un numero di richieste piuttosto esiguo
rispetto a quelle che astrattamente dovrebbero essere compiute viste le
molteplici posizioni per cui il Dol deve essere ottenuto. Pare quindi ragionevole
30 Sul punto, cfr. il XXI Rapporto annuale dell’INPS, Conoscere il paese per costruire il futuro, luglio
2022, 309, liberamente accessibile a: https://www.inps.it/it/it/dati-e-bilanci/rapporti-annuali/
xxi-rapporto-annuale.html.
31 Vero è che tali problematiche attengono alla destinazione d’uso propria dello strumento,
diretto appunto ad attestare la mera regolarità contributiva sui piani previdenziale e assicurativo. Si
noti che già da tempo sono state avanzate proposte per l’introduzione di un’apposita certificazione
delle regolarità retributiva. Cfr.: FAIOLI, Il lavoro prestato irregolarmente, cit., spec. 159; VERGARI, La
certificazione della regolarità retributiva: un nuovo strumento per il datore di lavoro, in Dir. Rel. Ind,, n.
2/2008, 357 ss.
A tal riguardo, è interessante riportare quanto affermato nell’ultimo rapporto annuale
dell’INPS: «Sul tema della verifica dei minimi retributivi, si considera cruciale il potenziamento di
un’azione di vigilanza documentale, che possa affiancare l’attività ispettiva e che sia in grado di
identificare “automaticamente” casi di presunta irregolarità contributiva attraverso il flusso di dati
che le imprese e i lavoratori comunicano rispetto alle posizioni lavorative. Al momento l’attività di
vigilanza documentale in questo ambito incontra diversi ostacoli. Il primo risiede nel fatto che il
flusso di dati UniEmens (ovvero, la documentazione obbligatoria che le imprese devono inviare
all’INPS ogni mese avviata ai sensi dell’art. 44, co. 9, d.l. n. 269/2003, convertito con modificazioni
dalla l. n. 326/2003) non include il livello di inquadramento del lavoratore, informazione che
caratterizza ogni contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) per identificare i vari livelli
professionali. Ad ogni livello di inquadramento in un CCNL è associato un relativo minimo
tabellare, e sono definite anche le altre voci spettanti, come le varie indennità. Mancando nei flussi
informativi UniEmens l’indicazione del livello di inquadramento non è possibile porre in essere
nessun controllo rispetto alla regolarità effettiva dei livelli retributivi». Cfr. XXI Rapporto annuale
INPS, luglio 2022, 317, liberamente accessibile a: https://www.inps.it/dati-ricerche-e-
bilanci/rapporti-annuali/xxi-rapporto-annuale.
32 Cfr., ex multis: Cass., sez. V penale, 2 maggio 2019, n. 18263. Cfr. altresì: messaggio INPS, 30
luglio 2020, n. 2998; delibera ANAC del 27 novembre 2019, n. 1124.
33 I soggetti abilitati alla verifica possono (e dovrebbero) ottenere il Dol accedendo agli appositi
portali presenti sui siti istituzionali di INPS e INAIL attraverso l’inserimento del codice fiscale del
soggetto da sottoporre a controllo.
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